PRESENTAZIONE

11:42 domenica 25 luglio 2010


Nacqui all’inizio degli anni cinquanta. La mia infanzia e la mia giovinezza hanno vissuto il terremoto generazionale pop e rock. Sono state forgiate sin dall’inizio da quella che sarebbe diventata l’età d’oro , gli anni ’60, anni rivoluzionari in tutte le manifestazioni giovanili. Periodo di ottimismo che vide la gioventù orientarsi verso il nuovo, il moderno.
Non mi guardo indietro, la vita è breve e non mi piace farmi cullare dalla nostalgia. L’alba è sempre domani. Il passato può avere contorni un po’ sfumati e a volte incerti e nebulosi, ma il futuro più del presente ha i colori dell’istinto, dell’espressione, della fresca gioia zampillante.
RUMORI A COLORI
Il tempo passa in fretta e apparentemente senza meta. I ricordi del mio passato, senza la logica seriosa-culturale della età del senno, riaffiorano dai sentieri del vissuto, come visioni di un documentario disneyiano. Mi riportano al trascorso, tornano ad essere riconosciute. Sciolte le cinture di castità mentale, traspare un disegno colorato di mille sensazioni e stati d’animo. Frammenti dei giorni andati, fotografia del mutamento del linguaggio medio borghese in bianco e nero o delle rotture e dei salti di qualità della cultura recepita e/o prodotta coi colori delle immagini che abbiamo di fronte oggi. Ti viene la voglia di riprenderti la gioia, l’auto-ironia. La pupilla si dilata ritrovando al capacità di essere soltanto noi stessi. La musica è un qualcosa di indefinibile, un collage di parodistiche fughe e ritmi irritanti. Un accenno: una canzonetta pop o rock e si esce dal periodo buio. L’ambizione diventa realtà, l’encomiabile tempismo di produrre il rumore giusto al momento giusto. Non serve diventare serissimi e/o cercare di manipolare il cervello quando si ascolta. Basta un passo di danza, la possibilità di seguire il fili delle antiche idee, recuperare l’humour dei tempi migliori.
Non farò cabaret o avanspettacolo né sarò macchietta o effimera prostituta della moda, ma darò il saldo del debito accumulato. Sarò il ritorno alla lezione da non dimenticare. Chi come me ha attraversato gli ultimi cinquanta/sessanta anni di musica, chi ha vissuto l’epoca della
Swinging London, periodo di ottimismo e rivoluzione culturale, e dopo il terremoto punk e new wave si scopre affetto da uno strano sbattimento di gioia-compulsiva. Con gli occhi sbarrati si riscopre la mente in accordo con tutte le tonalità e sfumature dell’arcobaleno. Si ritrova l’oggetto e il suo uso, la consapevolezza di spendere parole attorno a questo gioco. Questo gioco che mi ha conquistato e stregato, che mi ha permesso di crearmi una piccola memoria collezionistica (circa 16.000 dischi), di collaborare con riviste e fanzine per scrivere dei miei gusti, di fondare con miei giovani friends un’etichetta (CRISE RECORDS) per promuovere il talento delle giovani generazioni e di fare il DJ per cercare di diffondere divertirmi e far divertire.
Una pallida scintilla riaccende i
bisogni, aspiro a nuovi prodotti. Il nuovo fiore mi fa sbocciare l’idea di comunicare attraverso questo blog, la voglia di parlare con voi, la voglia di imparare da voi. Forse le polveri sono un po’ bagnate, ma cerco una risposta alle molte contraddizioni che hanno sciolto le illusioni maturate. La maturazione, le responsabilità richiedono la costruzione di un impegno senza riserve, coerentemente diventato uguale e senza il famelico serraglio della vita dentro il meccanismo, programmato e giustificato fuori dal termometro ipocrita del perfezionismo.
Queste sono le mie e spero le vostre aspirazioni.

Benvenuti allo show che non finisce mai.

__________
Zeta

0 commenti:

Posta un commento